La Cortellesi 'docet' con il film "C'è ancora domani". Brava Paola!

 





Si stava meglio quando…

 Si stava meglio nelle famiglie numerose mangiando pane e fave, diciamo pure solo fave, poiché la mamma della tribù in questione, perdeva del tempo, di tanto in tanto, a riprendersi dall’ultimo parto e non poteva sfornare filoncini avendo sfornato altro.

Si stava meglio se allevati dall’amorevole nonna o ancora meglio se dalla pia zia zitella che aveva scelto l’amore di nostro Signore e non la felicità dei sensi e che per eccesso dello stesso AMORE pretendeva di crescere i figli altrui  senza sperimentare l’onta del concepimento e i dolori del parto.

Si stava meglio se cresciuti sotto la gonna della sorella maggiore, mentre la madre, che sfornava filoncini, stremata dagli innumerevoli parti, finiva in una lunga degenza in casa e, prima di morire, nominava la figlia maggiore in questione, come prossima nella successione per le cure dei fratelli più piccoli. E così la sventurata rinunciava pure a sposarsi per supportare la famiglia o per esserne despota indiscussa. Ma si stava meglio.

Si stava meglio quindi quando la donna si occupava della casa e della famiglia e non perdeva tempo a lavorare e, soprattutto, non dava filo da torcere ai colleghi maschi con le sue idee di come dovrebbe girare il mondo e il lavoro.

Si stava meglio quando l’uomo era il solo a provvedere alle spese economiche della famiglia lavorando fino a sera e rendendosi conto del numero della figliolanza procurata alla moglie solo nelle festività, dato che la prole era già assopita al suo rientro. E andava di lusso quando il padre della tribù arrivava tardi per il pranzo domenicale, che senza il suo benestare non cominciava, per affari impellenti che la moglie capiva fossero stati risolti o placati in un letto diverso da quello coniugale.

E si stava ancora meglio quando a ragazze intelligenti e volenterose si negava il diritto all’istruzione superiore, riservata al fratello, genio della meccanica, costretto a proseguire con studi di ragioneria per l’agognato posto statale.

 Si stava veramente meglio con le tagliatelle all’uovo fatte in casa e con i matrimoni combinati?

Non credo. Quello che penso è che nemmeno oggi si stia bene per il motivo che si dipinga il passato di un’aurea di felicità che nella realtà di chi lo ha vissuto non esisteva, se non, che nel ricordo postumo. E questo succede alla maggior parte di noi, quando si oltrepassano i “quaranta” e comincia la nostalgia dell’infanzia nella dimenticanza dei traumi subiti nell’età infantile.            

Effetto illusorio della nostalgia. Ma per quale motivo?

La nostalgia fa dimenticare le tragedie e ricordare momenti splendidi perché irripetibili. Infatti alla soglia dei quarant’anni molti di noi si ritrovano senza i genitori e senza i nonni…e dei morti guai a parlarne male o a ricordarne fatti incresciosi. Non è vero?

 O forse…

O forse perché mano a mano che si va avanti nel percorso VITA diminuiscono le opportunità da prendere al volo e l’infanzia e la giovinezza rappresentano il mondo delle possibilità sconfinate. Oppure perché dopo la pubertà la vita non ci ha gratificati abbastanza e dimentichiamo i traumi poiché almeno esisteva chi li provocava, che fosse padre, madre, nonna, zia o sorella maggiore, a rompere tanto “i cosiddetti”, ma il protagonista del crimine, riempiva il vuoto della nostra vita. NON ERAVAMO SOLI. Almeno ciò! Fosse cosa di poco conto considerando che il male più temuto del nostro secolo vede protagonista la SOLITUDINE!

Sì, ma non è tutto…

Infatti non è tutto. Esiste un altro fattore illusorio quando pensiamo ad un passato lontanissimo e appartenente ad epoche remote delle quali sappiamo poco… Infatti  SAPPIAMO POCO! E per questo motivo possiamo sognare e pensare siano stati tempi migliori e felici. Il problema è la nostra incapacità di essere felici adesso. Possiamo quindi negarci la felicità di un sogno con il ritorno ad un passato più o meno remoto quando il futuro non promette bene poiché il tempo che resta è troppo corto?

Dopo avervi giustificato usando il plurale maiestatis, vi esorto a vivere il quotidiano nel migliore dei modi possibili e così ogni pomeriggio della vostra vita…oppure vi invito a godere della brezza dell’alba o dell’aurora che la precede e se…nemmeno l’alba riesce a scuotervi dalle tramontate epoche, abbiate la voglia di prenotare una vacanza in Norvegia per godere dell’aurora boreale senza pensare che i fiordi norvegesi siano stati un tempo più fiordi o più norvegesi,  poiché se non la smettete di guardare il mondo al contrario divento terrapiattista,  la Norvegia è vicina al Polo Nord non a caso, per spingervi fuori dal pianeta in una macchina del tempo che vi riporti ai mostri sacri del passato.

 È chiaro il concetto?


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