Violeta di Isabel Allende. Violeta, una donna. Violeta, un personaggio tollerante

 


Violeta è la storia di una donna che vive cento anni incontrando dolori e morte. Non le vengono risparmiate sofferenze e nemmeno traumi a cominciare dalla pandemia di spagnola durante la quale sua madre la partorisce e dal cadavere del padre, morto suicida, che lei scopre senza vita durante l’infanzia. Cento anni trascorsi in Cile e durante i quali fa ritorno in Cile da viaggi negli Stati Uniti, in Africa, in Norvegia, Spagna, Argentina e dall’Antartide.

Un secolo nel quale si accompagna alla famiglia d’origine, ad amanti, mariti, amici, figli e nel quale questi affetti vengono a lei dati e a lei tolti dalla vita che elimina mano a mano tutti noi.

Questi affetti, questi uomini e queste donne le girano attorno per poi fermarsi in qualche angolo remoto, nel ricordo della residenza di campagna, nella casa di Sacramento o intrappolati in altri emisferi ma sempre presenti nella mente di Violeta che libera dai tarli le residenze in cui ha vissuto ricordando chi coabitava lì con lei.

Violeta continua a percorrere la sua strada imparando dai suoi errori e da quelli di chi la circonda. Ella dona l’impressione al lettore di essere sballottata dalle decisioni altrui e dagli eventi mentre decide della sua vita nel bene e nel male e permette agli altri di fare allo stesso modo e cioè di vivere.

Violeta vive e osserva la vita e non esprime giudizi categorici sulle motivazioni che conducono ad agire poiché esse sono necessarie al vivere ed è consapevole che in fondo niente è giusto o sbagliato in toto, molto si può recuperare e le meraviglie prendono talvolta vita dalle nefandezze.

I suoi cento anni sono costellati da rimorsi e pentimenti e la protagonista colloca come inevitabili i fallimenti in un percorso in cui si avanza una sola volta e si conosce l’esito dopo aver commesso l’azione, cioè dopo averla vissuta.

Violeta è il simbolo della tolleranza verso sé e verso le persone che incontra. La Allende costruisce un personaggio tragico, interessante, vitale e fortunato perché longevo e per l’appunto tollerante. Questa tolleranza dona dolcezza e serenità a Violeta che diventa vettore di questo modo di sentire la vita verso chi le sta accanto. Violeta e i personaggi costruiti attorno a lei non si lamentano del destino che, tassello dopo tassello, hanno deciso, e sono capaci di assumersi le proprie responsabilità di vita.

 

 


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