Essere docente domani
Sono una blogger e sono anche infermiera. Ho cinquant’anni e ho passato parecchio tempo della vita con i ragazzini occupandomi della loro istruzione come volontaria nelle onlus per il settore doposcuola e da privatista per quel che riguarda lezioni private. Non ho titoli validi per le graduatorie MIUR riguardanti la docenza e forse ho abusato di una professione che non mi appartiene pur avendo una laurea triennale e un master, ma nel settore sanitario. Ai fini del discorso, che sto per scrivere, tutto questo non ha importanza, ma la riveste per una presentazione che vada oltre la semplice firma, ma che motivi e validi l’attinenza all’argomento.
Cosa reclamano gli
insegnanti italiani?
Gli insegnanti in Italia
reclamano stipendi degni al ruolo fondamentale che rivestono nella società.
Hanno torto? No. Hanno ragione poiché la formazione dei ragazzi è la base del
nostro futuro. Ma “la coperta è corta”, l’economia è crollata da tempo e i
soldi non bastano per tutti. Abbiamo così liquidato il problema? No. Il
problema è reale e va oltre i numeri, va oltre il mondo globalizzato e le sue
controversie, in cui non metto dito, per varie ragioni. Prima o poi la
globalizzazione selvatica ci darà tregua e quindi, a mio avviso, si dovrebbe
costruire un futuro per i docenti, affinché possano gestire il settore
formazione in autonomia, come libero e autonomo è nella Costituzione Italiana
l’esercizio dell’insegnamento.
Insegnanti-liberi
professionisti a Partita I.V.A.
La libera professione?
Sì, poiché ho costatato che i punteggi che si acquisiscono con i titoli
conseguiti di aggiornamento non garantiscono la Buona Scuola. Molti dei titoli
richiesti in realtà non servono per gestire l’istruzione dei ragazzi ma per
gestirne la disabilità. Infatti ne consegue che la maggior parte dei ragazzini
rientri nella categoria DSA, BES e quant’altro. Il Miur insiste poiché ha una
graduatoria e i titoli servono alla stessa, come a mantenerla in vita sono i
punteggi che conferiscono il carico familiare. Come risolvere il problema?
Reclutando liberi professionisti nella scuola che siano pagati dal Miur in base
al rendimento e miglioramento/situazione dei ragazzi. Mi riferisco sia agli
insegnanti curriculari che ai professori che si occupano del sostegno e
dell’inclusione scolastica. L’insegnante deve necessariamente possedere i
titoli base, mi riferisco alla laurea d’accesso attinente alla materia di
specializzazione o il titolo pedagogico per le classi elementari. È sufficiente
ciò per essere assunto.
E l’aggiornamento?
Come risolviamo
l’aggiornamento per gli insegnanti? Il libero professionista come tale dovrà
provvedere ad aggiornarsi autonomamente e non vi spiego in che modalità, poiché
le possibilità sono molteplici e non riguardano investimenti di natura
esclusivamente economica. Il libero professionista è consapevole di quanto
serva e cosa fare per stare al passo coi tempi.
Crediate sia superfluo?
Per costruire una società
consapevole in ogni settore, l’insegnante è tenuto a dare l’esempio, in quanto
educatore.
Antonella Domenica Amato
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