Il tema degli addii nei romanzi di Carmen Laterza
Ho conosciuto la
dottoressa Carmen Laterza attraverso il romanzo “Alice non lo sa”, libro che ho
recensito, affascinata dalle descrizioni delle azioni quotidiane, poiché una
mano sapiente riesce a cogliere e a trasmettere ai lettori la favola del miracolo
VITA nei gesti più semplici.
Adesso, dopo aver
ultimato la lettura del romanzo “Il caffè degli addii”, sento la necessità di
annotare il parallelismo tra i due testi.
Il tema degli addii,
presente in “Alice non lo sa” descrive un lavoro introspettivo direi quasi
inverso a quello del “Caffè degli addii”. Infatti nella saga familiare che vede
protagoniste la nonna, la madre e Alice, la bambina, le descrizioni costruiscono
il mondo dei ricordi e questo mondo variegato permette il distacco e l’addio
poiché la vita racchiusa in esso fa accettare il dolore e la perdita.
Ne “Il caffè degli addii”
la scrittrice ricostruisce dai frammenti di una vita, spezzata dal dolore della
dipartita, il mondo dei ricordi, necessario all’addio.
Sono due modi diversi di elaborare
il lutto poiché provengono da vite diverse ma ambedue approdano alla capacità
di distacco che è un cammino intriso di consapevolezza e memoria in un puzzle
di ricordi e gesti quotidiani che ridonano pace interiore.
In questi due romanzi ho
trovato un percorso di speranza e fiducia nella vita, la vita che continua nel
migliore dei modi possibili, la vita che nessuno può fermare e che quando
cessa, essa continua nei sentieri intrapresi dalle persone care.
E quindi per quanto
riguarda questi due romanzi della scrittrice di Pordenone, Carmen Laterza,
sento di affermare che le dettagliate descrizioni sono amore per la vita poiché
ne scandiscono l’appartenenza di cui si percepisce l’importanza quando il contatto
viene compromesso da una frattura quale la malattia o la morte.
Chi ha vissuto una
perdita, ricorda la persona amata attraverso i suoi gesti quotidiani e gli
oggetti che l’estinto ha stretto tra le mani.
Il ricordo percorre
sentieri concreti.
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